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Yogasanagalu di T. Krishnamacharya: una perla nascosta

  • Immagine del redattore: Francesca d'Errico
    Francesca d'Errico
  • 8 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

Una decina di anni fa, leggendo un blog molto popolare (l'autore, Anthony Grim Hall, ha poi deciso di chiuderlo), mi imbattei in un testo di T. Krishnamacharya (il padre dello Yoga contemporaneo e maestro di Sri. K. Pattabhi Jois) di cui non conoscevo l'esistenza: Yogasanagalu. Yogasana ha un particolare significato, e si riferisce specificatamente alla parte fisica dello Yoga. Galu, in sanscrito, significa "gemma".

Questo testo è stato a lungo considerato un appendice al più noto "Yoga Makaranda" (in italiano, ""Il Nettare dello Yoga".) In realtà, possiamo considerarlo un libro a sé, una sorta di manuale pratico dedicato all'esecuzione della pratica che Krishnamacharya insegnava al Mysore Palace. In Yoga Makaranda, scritto nel 1934, è difficile trovare similitudini con quella che è l'attuale pratica dell'Ashtanga Yoga. Yogasanagalu, invece, offre una visione molto più vicina alla pratica che K. Patthabi Jois ha poi diffuso nel mondo.

Scritto nel 1941, e con una terza versione del 1972, Yogasanagalu presenta tre sequenze (Prima, Intermedia e Avanzata) che si avvicinano molto alle attuali serie dell'Ashtanga Yoga. All'epoca, Pattabhi Jois era allievo di Krishnamacharya, dunque possiamo desumere che queste fossero le sequenze che praticava lui stesso sotto la guida del suo Guru. Mancano i Surya Namaskar A e B, che furono un'aggiunta proposta dallo stesso Pattabhi Jois a Krishnamacharya (fonte: R. Sharath Jois, Conferenza di Roma, luglio 2024); il pranayama e i full vinyasa durante l'esecuzione degli asana rendono le sequenze molto più lunghe ed impegnative, ma la struttura è decisamente la stessa.

Mi sono proposta di tradurre il testo in italiano a beneficio dei praticanti che troverebbero l'originale in kannada o in inglese troppo impegnativo. Ho tradotto in modo molto letterale per rispettare il linguaggio dell'epoca, quindi chiedo fin da ora di leggere il testo ricordando che nel 1941 non esisteva il concetto di inclusione a cui siamo abituati oggi: sarebbe imbarazzante in una shala, nel 2025, dividere gli studenti in base al loro peso, all'altezza o al genere, ma all'epoca Krishnamacharya procedeva in questo modo, perché riteneva che la morfologia individuale richiedesse accortezze specifiche nel proporre la pratica (e forse, se eliminiamo il giudizio e ci concentriamo sulle intenzioni del maestro, non aveva tutti i torti).

Il testo originale è stato concesso gratuitamente dalla famiglia di Krishnamacharya ed è disponibile sul web. Quindi anche io offro la mia traduzione gratuitamente, perché le informazioni sulle origini della nostra pratica siano accessibili a chiunque. Ho diviso il testo in due parti, e per ora pubblico la prima. Nella seconda parte sono presentate le istruzioni dettagliate per l'esecuzione degli asana fondamentali, molto simili a quelle che troviamo in Yoga Makaranda.

Mi auguro che questa lettura possa portare a riflessioni e sperimentazioni, e soprattutto che possa offrire un contesto storico più preciso alla nostra splendida pratica. Dedico questa traduzione ai miei maestri e ai miei allievi, e in particolare la dedico alla memoria di Guruji R. Sharath Jois, che tanto ha fatto per trasmettere la pratica dell'Ashtanga Yoga nel mondo.

Il file è scaricabile in PDF, in calce a questa pagina.


Krishnamacharya insegna Yoga ad un gruppo di giovani allievi, Mysore Palace
Krishnamacharya insegna Yoga ad un gruppo di giovani allievi, Mysore Palace


 
 
 

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